(Dal capitolo III)
L’autunno per Detfri era il periodo più triste dell’anno. I mesi umidi della nebbia e della pioggia non erano mai stati tra i suoi preferiti. E poi, quelle terribili tempeste di vento! Succedeva due o tre volte l’anno, nella valle del Ver, e soprattutto in quella stagione, ma quando quel vento soffiava Detfri temeva perfino per la stabilità della sua casa. (…) Quell’autunno era tra i più tristi della sua vita a causa della lontananza del giovane di cui si era innamorata e che era partito alla fine della primavera, promettendole di tornare appena possibile ma senza dirle nulla della destinazione, dei motivi e dei tempi della sua assenza.
“E’ stato un ordine venuto dall’alto” le aveva detto partendo, asciugandole due lacrime disperate “e quando la Túto chiama, lo sai, non ci si può tirare indietro”. Già, la Túto! E le sue temute decisioni. Per l’interesse della comunità ogni uomo sannita era capace di sacrificare tutto, anche l’amore e la propria stessa vita; la Túto, che poteva decidere persino del suo destino di sposa facendola unire in matrimonio ad altro uomo che non fosse l’amato, se il consiglio degli anziani lo avessero richiesto. Era questa una antica usanza sempre meno rispettata sui monti dell’Alto Sannio ma Detfri pensava talvolta con terrore a tale evenienza. Poi si faceva coraggio: gli Dei l’avrebbero aiutata a sposare il suo Ovio; ne era certa, dopo tante preghiere.
Ora aveva diciassette anni, Detfri, una giovane bella dal fisico solido, i lineamenti decisi e le sopracciglia folte della sua gente. Nere, come la sua capigliatura dai riflessi corvini. Una giovinetta divenuta matura anzitempo con le responsabilità di un’ adulta.
Si alzò, togliendo la secchia di legno sotto le mammelle della capra per porgerlo alla donna addetta a fare i formaggi. Questa ne avrebbe tratto una delle forme di formaggio per le quali la fattoria di Detfri e Amica stava diventando famosa da quelle parti. Era una splendida giornata di ottobre, nella valle del Ver, di quelle che fanno illudere gli uomini che l’inverno, per una volta, non arrivi come invece accade sempre.
Amica, non avrebbe tardato ad arrivare dalla città ove era andata a fare compere. Sorrise, Detfri, pensando alla sua sorella acquisita. Aveva la sua stessa età, ma era più fragile. Figlia di Herennio, cittadino romano e costrutore di tegole di Venafrum, la ragazza le era cara quanto la sua stessa anima…